La Nostra Storia
La cosa diventa interessante: trovare in questo misero gruppetto di case ai piedi della Marmolada, una fucina d'arte così fresca ed esperta, ha tutto il sapore di una scoperta.
L'oste soggiunge: "Adesso mio figlio le mostrerà i suoi capolavori, eccolo che viene!" Apparve infatti un bel ragazzo sui 20 anni dai chiari occhi da montanaro; veste un paio di logori calzoni grigio verdi e una camicia scura: fiera poesia dell'orgoglio maschio, unita al risparmio domestico.
Entriamo nell'officina. Chiamare officina questo miserabile buco è un reato contro la proprietà del linguaggio; un unico stambugio, una vera tana affumicata, dove, per vederci a lavorare bisogna tenere la porta spalancata. Nuda, senza altri attrezzi che qualche martello, alcuni punteruoli e una povera fiamma da saldatura. Più di un fabbro diplomato, in tale bottega stenterebbe a fare dei ferri da cavallo. Invece l'altro fratello sta battendo un piatto con leggiadrissimi putti e ghirlande di fiori, così leggero che dà suono musicale. Un drago di circa due metri di lunghezza e un grande lampadario a motivi animali e floreali appaiono due autentiche opere d'arte, degne di uscire da qualunque celebrata bottega.
Purtroppo sono radi i turisti che giunti a Caprile voltano la macchina per la Val Pettorina e se qualcuno passa vicino all'osteria di Sottoguda, nessuno immagina che lì dentro, per opera dei fratelli De Biasio, nascano opere degne della più nobile arte italiana."